
No, non legge Dante.
No, non ha fondato partiti politici.
No, non fa le imitazioni di Renzi.
No, non ha tormentoni.
No, non è la sottomarca di Troisi.
In un quadro post apocalittico come quello della comicità italiana sulle reti nazionali, Saverio Raimondo è una sorgente d’acqua fresca e speranza.
Il #Dopofestival – condotto dallo stesso Raimondo assieme a Sabrina Nobile – è stato l’unico aspetto interessante di quel cimitero culturale chiamato Festival di Sanremo.
Due grandi punti a favore del comico romano classe 1984:
1) Non è piaciuto ad Avvenire (leggete qui)
2) Questa intervista con Internazionale ( leggete qui)