Vita Magazine - Cortesia di Matteo Riva

Vita e il potere dell’illustrazione: intervista a Matteo Riva

Vita Magazine è la più importante pubblicazione italiana sul terzo settore. Nato nel 1994, su iniziativa di Riccardo Bonacina, dopo più di 20 anni, il progetto editoriale è cambiato radicalmente: da settimanale è passato ad essere un quotidiano online ed un mensile cartaceo. Ed è qui che entra in gioco Matteo Riva, illustratore e già collaboratore di Vita in versione settimanale. Con il suo contributo da art director, la rivista ha deciso di puntare molto sull’impatto visivo delle copertine, grazie anche alla collaborazione di illustratori come Gio Pastori, Francesco Poroli, Sarah Mazzetti. Non solo copertine degne di nota: Vita pone tanta attenzione anche alla visualizzazione dei dati, strumento sempre più essenziale per raccontare una buona storia all’ interno di una redazione e sul forte impatto dell’illustrazione.

Lo speciale di Vita dedicato al 5XMILLE

Ciao Matteo, puoi spiegarci meglio il tuo percorso: come ti sei avvicinato all’illustrazione e al design editoriale?

Ho studiato design della comunicazione, che già mi introduceva a questo mondo. Per caso, sono finito a collaborare con Vita, quando ancora era un settimanale, realizzando infografiche. La mia collaborazione si è trasformata successivamente in una direzione artistica in una fase di incertezza della rivista. Si è creato uno spazio enorme per reinventare il prodotto. Quello che ne è uscito fuori è questo mensile. È stato un passaggio molto interessante, il mensile ci ha dato modo di ripensare la comunicazione stessa dell’azienda(e del terzo settore). In quest’ottica, l’utilizzo dell’illustrazione ci è sembrata un’ottima soluzione. Se ci pensi, il terzo settore è particolarmente saturato dalla fotografia: tante associazioni utilizzano il mezzo fotografico. Ad un certo punto è diventato sempre più difficile raccontare certi aspetti, soprattutto quelli legati alle istituzioni e alla  giurisdizione, con solo il mezzo fotografico, e così ci siamo legati allo strumento dell’illustrazione.

Quel 28% era incomunicabile in maniera tradizionale. Così abbiamo optato per l’illustrazione di Francesco Poroli. Questo è un esempio molto chiaro di come lavoriamo.

Avete quindi cercato di abbandonare diversi cliché legati al mondo del sociale?

Sì, esatto! Per dei concetti più ampi, difficili da descrivere solo con foto e testi, abbiamo capito che avevamo bisogno di un altro linguaggio. Una delle copertine che maggiormente esemplifica il nostro lavoro ( consultabile su vitamagazine.tumblr.com) è quella del 2013, dove emuliamo Rodčenko. Dovevamo raccontare la crescita del non profit: un semplice dato. Quel 28% era incomunicabile in maniera tradizionale. Così abbiamo optato per l’illustrazione di Francesco Poroli. Questo è un esempio molto chiaro di come lavoriamo.

http://vitamagazine.tumblr.com/post/115309628200/the-experts-vita-february-issue-illustration
“The Experts”, Vita February issue | Illustration: Gio Pastori (http://www.giopastori.com/) – Fonte: http://vitamagazine.tumblr.com/

Parlando del lavoro fatto con il numero: “Mare nostro, mare loro”

Cerchiamo sempre l’illustratore più adatto ai nostri progetti. Le immagini di Sarah Mazzetti sono ad esempio state molto pertinenti a raccontare il dramma dei migranti. Noi di solito lasciamo molta libertà agli illustratori e credo che l’immagine che ne sia uscita fuori sia l’esempio perfetto di questo metodo di lavoro. Lei ha un’illustrazione particolarmente energica: in un contesto come questo, riuscire a zoomare su un dettaglio fondamentale, come la mano, mi sembra che sia stata un’operazione particolarmente riuscita.

Illustrazione di Sarah Mazzetti  | fonte: vitamagazine.tumblr.com
Illustrazione di Sarah Mazzetti | fonte: vitamagazine.tumblr.com

Un approccio, il vostro, che ricorda molto quello della propaganda politica del novecento.

Diciamo che sono abituato a fare molta ricerca. Nel caso della copertina realizzata nel 2013 da Francesco Poroli, abbiamo preso ad esempio ispirazione dall’estetica sovietica. L’anno successivo abbiamo realizzato un’altra copertina sulla stessa linea, dal titolo “Cambia Tutto”, ispirandoci questa volta alle grafiche politiche latino americane.

Cambia Tutto

28percento

Come si è svolto il progetto di redesign di Vita Magazine? Visto che hai accennato alla ricerca, come ti sei mosso in un momento cruciale come quello?

Era la prima volta che facevo questa tipologia di lavoro, avevo lavorato in precedenza con altre agenzie e qualche giornale. Son passato dal fare l’attore a regista, una cosa molto complessa. Devo ammettere che è una cosa che sto tutt’ora cercando d’imparare. Su alcuni aspetti non sono ancora pienamente soddisfatto, ma il bello di Vita è dato dal fatto che il giornale è sempre un cantiere aperto. Il lavoro di ricerca mi ha spinto a cercare molto tra l’esistente:  in Italia abbiamo tante belle cose, sotto il profilo editoriale, anche se io ho una passione maggiore per le riviste francesi.

il Courrier International, disegnato da Mark Porter, è quello che ho studiato e amato di più.

Quali lavori di design editoriale ti hanno colpito di più durante questo processo di ricerca?

Quando ho iniziato a lavorare, verso la fine dell’università, in giro c’erano IL (mensile de Il Sole 24 Ore) e Wired, poi da lì ho allargato i miei orizzonti: in particolare, il Courrier International, disegnato da Mark Porter, è quello che ho studiato e amato di più. Da lì ho iniziato a comprare e studiare tante riviste, per lo più francesi ma anche americane. Questi sono stati un po’ i modelli di riferimento per il redesign del 2012.

Il tuo lavoro con Vita ti ha portato ad applicarti con l’infografica.

Sì, all’inizio ho lavorato molto sulla data visualization. Diciamo che poi ho trovato la mia dimensione in un mix tra illustrazione e infografica.

Matteo Riva - www.crockhaus.com
Infografica sui mini ospedali – Matteo Riva – www.crockhaus.com

Come riesci ad equilibrare i due ruoli, quello di art director e quello da freelance?

Ho dovuto imparare a farlo: la mia occupazione principale resta l’art direction di Vita, ma mi interessa mantenere alcuni progetti propri. Credo sia un ottimo modo per crescere e migliorare, anche perché sono esperienze che poi riesco a riportare all’interno di Vita.

L’ultimo lavoro da te fatto in qualità di freelance?

Guarda, recentemente ho creato questa mappa di Milano per Milano Confidential. Forse uno dei lavori più ragionati e maturi da me realizzati.

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