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Quando Facebook incontra Heidegger

“La Shoah è «l’autoannientamento degli ebrei». Questa tesi di Heidegger affiora nel nuovo volume dei Quaderni neri, curato da Peter Trawny, che sta per essere pubblicato in Germania dall’editore Klostermann (Gesamtausgabe 97, Anmerkungen I-V). Si tratta delle Note risalenti al periodo cruciale che va dal 1942 al 1948. Fa parte del volume, di 560 pagine, anche il quaderno del 1945/46, che sembrava fosse andato perduto e che è stato recuperato la scorsa primavera.”
Queste sono le parole che introducono l’articolo di Donatella Di Cesare a proposito della pubblicazione del nuovo volume dei Quaderni Neri,  la raccolta di note scritte da Martin Heidegger e che va dal 1942 al 1948.
Una preziosa pubblicazione in quanto – secondo l’autrice – coniugherebbe sia la riflessione filosofica che l’analisi storica e cancellerebbe il luogo comune sul silenzio di Heidegger dopo Auschwitz.
Martin-heidegger
Come molti sanno, la filosofia di Heidegger non è esattamente una delle più semplici da comprendere e conoscere ( se non addirittura leggere): uno dei principali ostacoli è dato proprio dalle scelte lessicali che il filosofo natio di Meßkirch opera all’interno della sua produzione, scelte che diventano cruciali in un’opera come “Essere e Tempo”.  A tutto questo, va sicuramente aggiunta la problematica adesione di Heidegger al Nazismo ed il suo antisemitismo metafisico, che di certo non lo rendono adorabile al grande pubblico.
Il Corriere della Sera ha deciso di postare l’articolo della Di Cesare sulla propria pagina Facebook ieri – domenica 8 febbraio – e queste sono alcune delle reazioni che l’articolo ha suscitato nelle successive 24 ore.
“I miei complimenti al corriere della sera. … dividi e vincerai. ..”;
“A quando la storia degli annientati dal Comunismo di Mao, Stalin and company?”
“Sì Sì Sono autoannietati … Ma Basta Ma Quando Mai La Perversioni Di Alcuni Hanno Fatto La Tragedia D Tante Vite”
“ma perchè citate questi esseri come “filosofi”, ” intellettuali”, “storici” e non come MENTE$CATTI quali sono?”
“Basta con la shoa…non si parla d’altro in tv sui giornali BASTA!!”
“SE QUESTA È FILOSOFIA….QUESTO NON È UN UOMO, È UNA BBESTIA !!!!
“Se i evrei si sono aientati chi e che rompe y coglioni en palestina a i palestinese ?” 
“Cioè’ avrebbero creato le condizioni per estinguersi? Ad essere morto ora e’ lui.pero’….”
Ora, questi commenti potranno anche strappare qualche sorriso per via degli errori grammaticali o per la totale mancanza di comprensione del problema di fondo dell’articolo. Allo stesso modo, sono convinto che sia diritto insindacabile delle persone il non conoscere il lessico e le basi della filosofia di Heidegger. Credo che tali reazioni siano giustificabili ( o almeno comprensibili).

Perché pubblicare su Facebook contenuti specialisti?

Ecco, credo che questo sia il nocciolo della questione.  L’articolo di Donatella Di Cesare può interessare il pubblico generalista del Corriere della Sera? Non voglio entrare nello specifico delle scelte editoriali di RCS per quel che concerne i social media, ma con una piattaforma come Facebook, ha ancora senso proporre articoli simili secondo la logica della pubblicazione generalista?

La semplice categorizzazione degli articoli nelle sezioni del sito non basta più, in particolare quando il contenuto finisce sui social media e incontra un pubblico – come quello del Corriere – che nella stessa giornata e sulla stessa pagina si vede proporre di tutto, dagli Esteri allo Sport passando per la Cronaca Nera e le cronache locali.

Facebook permette di definire con ottima precisione il target stabilito per il contenuto. Quando decidiamo di sponsorizzare un post pubblicato su una pagina fan, abbiamo la possibilità di scegliere e selezionare diverse opzioni, tra cui sesso, età, gusti e comportamenti del pubblico.

Una selezione del genere permetterebbe al Corriere di raggiungere solo gli utenti con maggiore probabilità d’essere interessati all’argomento e sicuramente migliorerebbe l’esperienza dei lettori ai contributi del Corriere.

Cosa possiamo capire con BuzzFeed

Che BuzzFeed ormai non sia (solamente) un ritrovo per chi ama gattini e celebrità, è cosa certa. La creatura di Jonah Peretti ha investito molto sui contenuti di qualità, nel corso del tempo, pur rimanendo tra i Top Publisher anche grazie ad articoli meno nobili.

La strategia del sito per quel che riguarda i contenuti meno leggeri su Facebook ha molto da insegnare alle testate italiane. Strategia che il Corriere della Sera già applica in parte.

Pagine come BuzzFeed Books, BuzzFeed News o BuzzFeed Politics hanno ovviamente meno like della pagina madre, ben più orientata a contenuti dal destino virale. Eppure funzionano, riescono a raggiungere il target di riferimento e a fornire all’utente finale una migliore esperienza nella fruizione dei contenuti.

Come vi dicevamo prima, anche il Corriere sfrutta la segmentazione del pubblico e lo fa con pagine piene di contenuti di qualità, come il Corriere della Sera Eventi.

La Pagina è nata nel 2014 e da gennai 2015 vede un aggiornamento ben più frequente. Purtroppo lo fa con il piglio dell’editoria d’un tempo, pubblicando continuamente i contenuti della corrispondente sezione del sito e conversando ben poco con i lettori.

Un peccato, davvero, perché le potenzialità di una diversa strategia per i contenuti culturali dei siti d’informazione su Facebook ci sono. E lo mostrano pagine felici comeCulturaFanPage.

La ricchezza data dagli utenti sui social è una grandissima occasione, noi in quanto lettori speriamo che le redazioni sappiano coglierla.

Da Leggere:

Le redazioni devono capire il potere dei social media e della voglia di partecipazione –

http://www.festivaldelgiornalismo.com/post/34226/#sthash.5xzgJ93N.dpuf

Questo non lo leggi, ma lo condividi comunque

http://www.festivaldelgiornalismo.com/post/32270/

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